ORGOGLIO ITALIANO

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per un Italia Unita, Fiera, Democratica, Patriottica, Europea, Giustizionalista, Meritocratica, Moderna e libera dalla Mafia.

mercoledì 29 aprile 2009

Le candidature del PDL


Veronica Lario sembra aver colto nel segno. Credo che queste candidature del PDL rappresentino l'essenza del grande partito di Centro-Destra. Nelle sue file si ammassano e aumentano file di burattini e veline con la funzione di prolungamenti degli arti di Berlusconi.
Il Premier ha bisogno di gente così, per raccogliere voti di pensionati e giovani meno informati, schiavi della tv e dei programmi Mediaset e per poter continuare a muovere "i fili" di gente che presumibilmente è difficilmente capace di essere indipendente, limitando al massimo i problemi e accrescendo il suo potere decisionale su tutto.
«potere senza ritegno offende le donne»

Veronica Lario: «L'uso delle donne
per le Europee? Ciarpame senza pudore»

La moglie del premier: «Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici»

ROMA - «Ciarpame senza pudore». Così Veronica Lario definisce, in una dichiarazione all'Ansa, l'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. La signora Berlusconi ha deciso di mettere per iscritto in una mail - in risposta ad alcune domande sul dibattito aperto dall'articolo pubblicato lunedì dalla Fondazione Farefuturo - il suo stato d'animo di fronte a ciò che hanno scritto martedì i giornali sulle possibili candidate del Pdl alle europee. «Voglio che sia chiaro - spiega - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire».

LA DONNA IN POLITICA - Alla domanda su cosa pensa del ruolo delle donne in politica, alla luce delle polemiche di queste ore, Veronica Lario risponde che «per fortuna è da tempo che c'è un futuro al femminile sia nell'imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C'è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile». «In Italia - aggiunge la moglie del presidente del Consiglio - la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti».


DIVERTIMENTO DELL'IMPERATORE - «Qualcuno - osserva Veronica Lario - ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». La signora Berlusconi prende anche l'iniziativa di parlare della notizia secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d'una ragazza di 18 anni: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato».


28 aprile 2009

Corriere.it

lunedì 27 aprile 2009

Basta con la stucchevole liturgia del 25 aprile

Altra lettera indirizzata a "Italians" di Beppe Severgnini, che coindivide la mia opinione :

È davvero stucchevole il mantra berlusconiano contro comunismo e comunisti, in agguato dappertutto. Addirittura nell'"Economist", già ribattezzato "E-comunist". Per fortuna, ad eccezione di poche insignificanti minoranze, i nostalgici di regimi sovietici e maostiti sono praticamente scomparsi. Pur con la reticenza a denunciare i Kim Jong II e gli Ugo Chavez, anche a sinistra è ormai è assodato che i pure cubani sono vittime di una dittatura. Si può per fortuna dire la stessa cosa del nazifascismo, ormai parte di un odiosissimo passato, malgrado qualche sparuta minoranza idiota, quando saluta, abbia ancora il problema del dottor Stranamore. Non capisco quindi, se non ha senso parlare di anticomunismo in assenza di comunismo (e non l'ha), che senso abbia parlare - ancora - di antifascismo in assenza di fascismo. Porto il nome di una persona morta in campo di concentramento e però non "sento", né capisco, la stucchevole liturgia del 25 aprile. Perché non celebrare - mi domando - anche la vittoriosa resistenza dei romani sui cartaginesi? Non avrebbe forse più senso che il 25 aprile diventasse la giornata della libertà contro TUTTE le forme di sopraffazione che degradano il nostro mondo? Darfur, Cuba, Nord Corea, Cecenia, o anche l'islamismo radicale, quello antidemocratico (si pensi solo alla Fiera del Libro di Torino) e spesso violento; casi da mettere sul tavolo - ahimé - non ne mancano, senza doverci annoiare con le "res gestas" dei sodali dell'ANPI o con la retorica della CGIL. Ora, pure discussioni torrenziali sulla liceità della partecipazione di Berlusconi, dove e a che titolo. Che noia! Per come è vissuto e messo in scena il 25 aprile oggi, fossi il primo ministro andrei ad Amsterdam. Dovessi infatti crogiolarmi nella nostalgia del passato, il 25 aprile è il compleanno di Johann Cruijff.

Roberto Savastano

Cosa significa essere di destra

Riporto una lettera dall'angolo Italians di Beppe Severgnini :

Caro Beppe,
"sinceramente non riesco a comprendere come una persona con un po' di sale in zucca possa essere di destra". Queste le testuali parole di Alessandro Asta ospitate martedì 17 gennaio da "Italians". Essendo io di destra e ritenendomi dotato di un minimo di sale in zucca, sulle prime mi sono sentito offeso ma poi, considerando la tenera età dello scrivente, ho pensato di non prendermela e di riflettere su cosa significhi veramente essere di destra. Sono arrivato alla conclusione che essere di destra significhi soprattutto essere un conservatore illuminato, che vuole conservare ciò che vale la pena conservare e cambiare ciò che deve essere cambiato. Purtroppo in Italia il retaggio del fascismo fa credere che tutto ciò che è di destra è per definizione pessimo, mentre ciò che è di sinistra è sempre ottimo. Non è così, e questo manicheismo fa male alla nazione. Se io fossi vissuto sotto il fascismo l'avrei avversato in ogni maniera (potendo) ma oggi io intendo la destra come potrebbe intenderla un democristiano tedesco o un conservatore britannico. Purtroppo in Italia non vedo oggi chi potrebbe rappresentare le mie idee, e la presenza di Berlusconi distorce ogni serio tentativo di analizzare filosoficamente gli ideali di destra e sinistra. Augurandomi che l'uscita di scena del Cavaliere possa riportare un minimo di serenità al quadro politico, mi auguro nel contempo che finisca quel senso di superiorità, direi quasi di razzismo, della sinistra italiana che crede di rappresentare sempre la parte migliore della società. Anche un uomo di destra vuole il bene della nazione, vuole benessere e libertà per tutti, non è un mostro. Pensa soltanto a soluzioni diverse per i singoli problemi e, soprattutto, tende a pensare con la propria testa, con un individualismo sconosciuto a sinistra. Questo volevo dire, e ribadendo che la politica non è una religione e che si può tranquillamente cambiare il proprio voto a seconda dei programmi offerti, invito gli Italians a scrivere su questi interessanti argomenti. Un saluto,

Raffaele Riccardi

25 APRILE: Trionfo dell'anacronismo

Come ogni anno il 25 Aprile porta con sé le solite trite e ritrite polemiche, del tutto coerenti con gli "usi e costumi" del nostro paese.
Un giorno storico che segna la Liberazione del Paese da un potere totalitarista, viene trasformato ancor oggi in uno becero scontro anacronistico. Chi ha sempre spinto in questa direzione, in maniera più pressante, è proprio una parte della sinistra, che anziché rendere questo giorno una festa di tutti, rimarca e rigioca continuamente su delle differenze di "ruolo" che rimandano esclusivamente a quel periodo storico di ben 64 anni fa.
D'altra parte l'aver politicizzato il movimento della resistenza è un fatto chiaro ed oggettivo. Il popolo della Sinistra e i Comunisti, continuano a giocare su una demarcazione tra il "noi" e il "loro" che, se per certi versi è giustificato dai fatti storici, per un altro verso è contraddittorio all'essenza stessa di questo giorno commemorativo.
Perché se è pure vero che i Comunisti e la sinistra abbiano avuto un ruolo fondamentale nella liberazione del Paese, è anche vero che il rimandare esclusivamente ai ruoli e fatti accaduti limitatamente a quel periodo, trasforma l'evento in un puro e semplice "ricordo storico" e non ad un simbolo Universale dei valori Democratici e Liberali.

Le polemiche scature in questi giorni tra presunte equiparazioni tra Repubblichini e Partigiani sono inutili.
Si vuole rendere il 25 Aprile come un giorno di di "tutti", ma contemporaneamente si continua a rimarcare le differenze, simboleggiando come "il male" solo il movimento storico Fascista, senza allargarlo ad ogni simbolo e movimento totalitarista universale.

E' vero, il Fascismo è stato l'unico potere dittatoriale in Italia, ma oggi nel 2009, o lo si estende come simbolo negativo di tutto ciò che va contro la Libertà o si rischia di trasformare il tutto solamente come una celebrazione storica che si ferma al 1945.
I più acerrimi sostenitori di tutto ciò che rappresenta la Resistenza, tentano di simboleggiare questo giorno come una metafora della lotta alla Libertà non riuscendoci. Questo perchè ci si limita ancora a rappresentarlo con quella storica divisione dei ruoli, quindi designando come "il male" solo una faccia delle tante possibili realtà totalitariste, senza estenderle all'universalità.

I Comunisti, rappresentano nei simboli e nei fatti, quanto i fascisti, tutto ciò che va contro la Libertà. Festeggiare il 25 Aprile con la falce e il martello è semplicemente contraddittorio se si vuole Universalizzare la memoria.
Andare contro il Fascismo storico, e contro chiunque nostalgico del presente, è inutile se poi nel privato si inneggia a Fidel Castro, si portano in piazza simboli di oppressione e magari si fa censura culturale verso fatti come le Foibe. Non vi è differenza tra il fascista nostalgico che fa il saluto romano dall'estremista di sinistra che cerca di dare un'immagine positiva di tante dittature rosse, oppure da quelle persone iscritte ad un partito che fino alla fine della guerra fredda ha mantenuto rapporti con il kgb Sovietico.

Se si vuole Universalizzare il messaggio, bisogna staccarsi dalla semplice differenziazione dei ruoli di quel periodo, estendendo i valori di Democrazia e Libertà a 360 gradi, condannando qualsiasi movimento totalitarista.
Il pericolo di un potere antidemocratico è sempre alle soglie, ma esso non è più rappresentato dal Partito Fascista (inesistente), né dai partiti neo fascisti o nostalgici, rappresentanti solo di forme di pensiero minoritarie e ormai del tutto isolate.

Il pericolo totalitarista è rappresentato da altre forme di potere, che possono abbracciare ogni colore e ogni ideale. Limitarsi ad esporre come "male assoluto" solo una piccola parte di tutte le facce dittatoriali che la storia ha raccontato è limitante.
Tutte le polemiche di questi giorni, sono da sempre volute da una parte politica che non ha mai smesso di politicizzare la Resistenza. E' vitale e comodo proporre ancora oggi scontri ideologici anacronistici.
Berlusconi, in modo intelligente e fubro, ha stoppato ogni discussione, iniziando un processo che tenderà a trasformare la festa del 25 Aprile come un qualcosa bipartisan.. e ciò darà estremamente fastidio a certe correnti di sinistra più radicali.

Ma allora tenetevelo stretto il vostro 25 Aprile, giorno che ricorda solo un fatto storico importante, ma che oggi nel 2009 non riesce a rappresentare tutti i valori Occidentali di Democrazia e Libertà, che si fondano su uno stato Liberale e vanno contro qualsiasi forma di pensiero oscurantista e totalitarista, senza badare ad un colore politico, aggiungendovi, quindi, anche qualsiasi pericolo dittatoriale di sinistra.

Finché in Italia vi sarà strumentalizzazione il 25 Aprile non potrà mai essere la festa di tutti, ma in fin dei conti è proprio quello che certi personaggi vogliono.

sabato 26 luglio 2008

BERTINOTTI : "DI PIETRO? E' DI DESTRA"


Bertinotti : «Di Pietro, e in generale la cultura populista, possono anche apparire ma non sono di sinistra, anzi sono una cultura di destra»

Bertinotti ha detto una cosa VERA e apparentemente BANALE. Banale per chi si informa e conosce almeno le basi della politica.
Non posso, tuttavia, che apprezzare lo stesso tali parole, che possano un minimo aprire gli occhi a tanti cittadini assefuatti dall'informazione dei TG televisivi, dove chi non è con Berlusconi è di sinistra.

Che i Comunisti si dissocino dalla vera cultura di Destra. A noi non può farci che piacere..

Di Pietro può essere realmente l'elemento unificatore dei cittadini Italiani, proprio per questa sua ambiguità.

lunedì 21 luglio 2008

ASPETTIAMO LA CONDANNA

Aspettiamo la condanna da parte di Fini e Schifani sulle esternazioni razziste e secessioniste di Umberto Bossi.
La bandiera non si offende, l'inno Nazionale neanche..Sono I due simboli di Unità Nazionale, che mai come in questo periodo storico servirebbero ad unirci.

Art. 291

Vilipendio alla nazione italiana

1. Chiunque pubblicamente vilipende la nazione italiana e' punito con la multa da euro 1000 a euro 5000. (Comma così modificato dall'art. 11, legge 24 febbraio 2006, n. 85)

Art. 292

Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato.

1. Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La pena è aumentata da euro 5.000 a euro 10.000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale.

2. Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni.

3. Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali.
(Articolo così sostituito dall'art. 5, legge 24 febbraio 2006, n. 85)

Alle prossime elezioni chi voterete?